Mascherine. Cosa c’è da sapere

La domanda che ci viene posta più spesso, oramai, ogni volta che si parla di mascherine protettive, è la seguente: “Sono certificate?”. Dopo il prezzo infatti, il quesito che più ci poniamo è proprio questo. Siamo però certi di avere chiaro che cosa stiamo chiedendo? Di quali certificazioni parliamo? Per quali modelli? La legge cosa dice?

C’è anche da dire che nei prossimi mesi, in Italia, occorreranno centinaia di milioni di mascherine… si, avete capito bene! La stima viene da un semplice calcolo predittivo: in Italia lavorano circa 30 milioni di persone e ad ognuno serviranno almeno 20 mascherine al mese (approssimazione per difetto). Risultato? 600 milioni di mascherine solo per lavoratori. E’ chiara l’entità del problema?

L’Istituto Superiore di sanità di è espresso, alla fine di Marzo, per fornire una guida utile a tutti gli Italiani sulle varie tipologie di mascherina protettive.

Ve lo diciamo chiaramente: bisognerà adattarsi! La filosofia, è certo, sarà quella del: “meglio qualcosa che nulla”. I fattori che andremo a considerare, nei prossimi mesi, saranno il materiale, quello certamente e il corretto utilizzo.

Mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche sono preferibili a quelle di stoffa. Bloccano mediamente oltre il 95%  delle particelle in uscita, ma non hanno il potere filtrante, quindi non sono ottimali per chi le indossa (forniscono comunque una protezione per il 20% – 30% dalle particelle pesanti. In pratica, questo tipo di dispositivo, ha lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente, in quanto limitano la trasmissione di agenti infettivi e ricadono nell’ambito dei dispositivi medici di cui al D.Lgs. 24 febbraio 1997, n.46 e s.m.i.. Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e in luoghi ove si presti assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, ambulatori, ecc).

Le mascherine chirurgiche, per essere sicure, devono essere prodotte nel rispetto della norma tecnica UNI EN 14683:2019 (scaricabile gratuitamente dal sito https://www.uni.com), che prevede caratteristiche e metodi di prova, indicando i requisiti di:

  • resistenza a schizzi liquidi
  • traspirabilità
  • efficienza di filtrazione batterica
  • pulizia da microbi.

La norma tecnica di riferimento UNI EN ISO 10993-1:2010 (scaricabile gratuitamente dal sito https://www.uni.com) ha carattere generale per i dispositivi medici e prevede valutazione e prove all’interno di un processo di gestione del rischio.

QUI ALCUNI MODELLI DI MASCHERINA DI TIPO CHIRURGICO

Alcuni settori commerciali ne faranno largo uso avendo necessità di lavorare anche a contatto con persone. (Ristorazione e Coronavirus)

Mascherine di Stoffa

Le mascherine di stoffa sono le meno indicate, in termini generali, anche se resta il criterio del: “meglio di nulla”. Proteggono in modo poco efficace dagli agenti esterni, anche se trattengono abbastanza le particelle in uscita. In pratica sono utili per i contagiati asintomatici, per la loro capacità di isolarti, anche se parzialmente, dalle persone che ti sono vicine. Sciarpe, foulard e similari sono ancor meno efficaci, direi sconsigliabili. Se il materiale utilizzato e la forma sono ottimizzate per l’uso che se ne andrà a fare, l’efficacia chiaramente aumenta (Come queste)

Mascherine FFP1

Un livello di protezione certamente più elevato è garantito dalle mascherine FFP1 le quali assicurano un’efficacia filtrante dell’80%. La protezione è quindi molto elevata per chi ci sta vicino, ma buona anche per chi le indossa. L’unico problema è che rendono difficoltosa la respirazione. Per questo non si consigliano quando non sussistono reali motivi per indossare maschere con filtro. Attenzione a chi ha la barba…non si adattano perfettamente al viso.

Differenze specifiche FFP1 FFP2 FFP3 sul sito del produttore

Se la maschera FFP1 è dotata di filtro dobbiamo fare molta attenzione. Il filtro, infatti, protegge noi ma non assicura protezione a chi intorno a noi. NO ALLE VALVOLE QUINDI. Se sei positivo a Covid_19 e non lo sai, potresti infettare chiunque. La valvola è sconsigliata quindi per la popolazione.


Mascherine FFP2 e FFP3 (per Medici e sanitari)

I facciali filtranti (mascherine FFP2 e FFP3) sono utilizzati in ambiente ospedaliero e assistenziale per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni (anche da trasmissione di infezioni da goccioline e aerosol), sono certificati ai sensi di quanto previsto dal D.lgs. n. 475/1992 e sulla base di norme tecniche armonizzate (UNI EN 149:2009, scaricabili gratuitamente dal sito https://www.uni.com). Questo tipo di maschera va utilizzato con particolare attenzione pena la vanificazione degli effetti protettivi del dispositivo di protezione.

La norma tecnica UNI EN 149:2009 specifica i requisiti minimi per le semimaschere filtranti antipolvere, utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie (denominati FPP2 e FPP3), ai fini di garantirne le caratteristiche di efficienza, traspirabilità, stabilità della struttura attraverso prove e test tecnici.

 
Altri tipi di mascherine

Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale; può essere prodotta ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto (a titolo meramente esemplificativo: che i materiali utilizzati non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute, non sono altamente infiammabili, ecc.). Per queste mascherine non è prevista alcuna valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INAIL.

Le mascherine in questione non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale in quanto non hanno i requisiti tecnici dei dispositivi medici e dei dispositivi di protezione individuale. Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Per il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale consulta il Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità COVID-19 n. 2/2020

Utilizzo corretto delle mascherine

Come già detto in precedenza, le mascherine (così ogni dispositivo di protezione personale), devono essere utilizzate correttamente, pena cessazione della capacità protettiva.

Le mascherine sono anzitutto monouso. Quelle in cotone o in altri tessuti, invece, dovrebbero essere lavate quotidianamente. Compatibilmente con gli ambienti nei quali vengono indossate, dovremmo stare molto attenti ad un ricambio costante. Non ce la sentiamo di dire che una maschera monouso debba essere sostituita anche dopo averla indossata per 10 minuti, ma resta il fatto che dobbiamo stare attenti alla pulizia e alla sterilizzazione del dispositivo.

Molta attenzione dobbiamo farla anche all’aderenza sul viso. L’efficacia del prodotto dipende molto da questo aspetto. Ricordiamo che le particelle che ci circondano hanno dimensioni e peso assai bassi, impercettibili ai nostri sensi. Se ne dobbiamo acquistare o produrre per bambini, teniamo bene a mente questa caratteristica.

Bisogna sfilarle dal nostro volto toccando gli elastici e non il fronte del tessuto.

Pregi e raccomandazioni

Le mascherine, insomma, possono difendere molto efficacemente chi ci è vicino nel caso in cui noi stessi fossimo infetti asintomatici e in qualche misura possono proteggerci dagli agenti esterni, soprattutto in quei luoghi dove abbiamo necessità di star vicino ad altre persone come il lavoro, sui mezzi pubblici o al supermercato. Restano di primaria importanza, però, tutte le misure di sicurezza e di igiene che l’OMS ci invita ad osservare sempre e comunque come il lavarsi le mani spesso e bene, tenere la distanza di sicurezza, non toccarsi la bocca o gli occhi. Il Coronavirus, ricordiamoci, è facilmente trasmissibile attraverso le mucose, le quali sono un’ottima porta d’ingresso al nostro corpo.

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