Le aziende al tempo del Coronavirus: come si stanno comportando?
La ricerca sulla gestione delle crisi, da parte delle imprese, identifica 3 tipi di comportamenti per le organizzazioni:
Ci sono le imprese che falliscono. Questi dovrebbero ricevere massicci supporti dai Governi per ridurre l’impatto sociale di questo fenomeno.
Ci sono poi le imprese resilienti. Resilienza significa tornare indietro, rimbalzare. Avete mai sentito parlare di System Resilience? Accade nei PC che, a seguito dell’attacco di un virus o di un problema interno, il lavoro continua ad essere assicurato tramite la modalità “provvisoria” ovvero, di System Resilience.
Uscire dalla crisi e tornare alla situazione di partenza. Un comportamento positivo, che ha comunque bisogno del sostegno dei governi, magari con garanzie pubbliche o con finanziamenti ottenuti dal sistema bancario.
Un terzo tipo di comportamento viene chiamato: crescita post traumatica. Contrariamente alla resilienza, non significa soltanto tornare indietro alla situazione di partenza, ma sfruttare la crisi come opportunità per diventare più forti e più competitive. Anche in questo caso ci potrebbe essere bisogno di finanziamenti e sostegno, ma il fine, in questo caso, sarà l’investimento e non il sostentamento.
Attuare una crescita post traumatica significa aver dato una spiegazione, un significato a quanto sta accadendo. Qualsiasi evento, per quanto difficile da accettare, può essere superato o addirittura utilizzato per una crescita successiva, soltanto se compreso e per il quale abbiamo trovato un significato.
Cosa serve per la crescita post traumatica?
Anzitutto serve comprendere a fondo quello che è l’impatto della crisi sulla catena del valore dell’impresa e del settore. Serve poi agire su questi elementi cercando di eliminarli o trasformarli in punti di forza per la competitività futura. L’attitudine alla lettura della situazione e la pre-visione dei possibili sviluppi futuri è un punto di partenza necessario per il verificarsi di tale crescita.
La capacità di rialzarsi
A volte le persone che sono afflitte, così come le aziende più colpite, sono quelle che riescono a dare di più. Emmy Werner definiva l’uomo vulnerabile e invincibile allo stesso modo. Invincibile non significa non sbagliare mai o non cadere per terra, ma significa avere la capacità di rialzarsi. Non super eroi, ma essere umani che dalle sconfitte possono trarre la forza per mettersi di nuovo in piedi.