Norme e colori per l’abbigliamento ad alta visibilità
Le normative italiane per l’abbigliamento ad alta visibilità seguono le specifiche della EN ISO 20471, che classifica i capi in tre classi a seconda dell’ambiente di lavoro.
Classe 3 – Cantieri stradali/autostradali, piazzali aeroportuali
Per chi lavora su strade trafficate e in ambienti con veicoli in movimento a velocità sostenuta, è richiesta la massima visibilità garantita dalla classe 3. Le giacche di questa categoria devono avere un’area minima di 0,80 m² di materiale fluorescente e 0,20 m² di parti retroriflettenti.
Il colore fluorescente obbligatorio per i cantieri stradali e le zone di movimentazione di mezzi è l’arancio. Questo colore acceso assicura un contrasto elevatissimo e un’eccellente visibilità in ogni condizione di luce diurna, anche in caso di maltempo.
Classe 2 – Cantieri edili, aree industriali
Negli ambienti di cantiere edile, fabbriche e depositi, dove i rischi sono più circoscritti, è sufficiente indossare un giaccone di classe 2, con 0,50 m² di fluorescente e 0,13 m² di retroriflettente.
Per questi ambienti di lavoro, sia il giallo fluorescente che l’arancio sono colori ammessi. Il giallo tende ad essere preferito per la sua maggiore visibilità in condizioni di illuminazione artificiale.
Classe 1 – Aree di servizio, parcheggi
La classe 1, con solo 0,14 m² di fluorescente e 0,10 m² di retroriflettente, è idonea per zone a basso rischio come parcheggi, aree di servizio e uffici.
Qui sia il giallo che l’arancio sono consentiti per il materiale fluorescente.
Tutti i giacconi devono inoltre avere bande retroriflettenti grigie o argento per garantire il riconoscimento in totale oscurità. L’insieme dei colori e dei materiali utilizzati assicura la massima sicurezza per ogni tipologia di ambiente lavorativo.
Certificazioni
Secondo le normative europee EN ISO 20471 e il D.Lgs. 475/1992, ogni capo deve riportare in modo visibile, durevole e leggibile:
- Il pittogramma con il simbolo di un corpo umano illuminato da raggi luminosi, che identifica l’abbigliamento come alta visibilità
- La classe di appartenenza del capo (Classe 3, 2 o 1)
- Il numero della norma tecnica EN ISO 20471
- Il nome o logo del fabbricante
- Le istruzioni di manutenzione e la composizione dei materiali
Inoltre, deve esserci un’etichetta CE che certifica la conformità del prodotto ai requisiti essenziali della direttiva 89/686/CEE sui dispositivi di protezione individuale.
Il rispetto di queste indicazioni garantisce che il capo rispetti i parametri tecnici minimi previsti in termini di visibilità e qualità dei materiali retroriflettenti e fluorescenti. La presenza delle certificazioni è fondamentale per l’acquisto e l’utilizzo legale del vestiario ad alta visibilità.
I datori di lavoro hanno l’obbligo di fornire ai propri dipendenti DPI a norma e con le opportune marcature. Le aziende produttrici sono tenute a effettuare controlli periodici e test sui materiali utilizzati.
Normativa GO/RT 3279
La GO/RT 3279 è una normativa italiana emanata dall’ARSS (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dei Servizi nel Settore dell’Artigianato e dei Servizi) della Regione Lombardia. Integra e specifica ulteriormente i requisiti generali previsti dalla norma europea EN ISO 20471.
In particolare, la GO/RT 3279 definisce le caratteristiche che devono avere i capi ad alta visibilità utilizzati dagli operatori che lavorano sulla rete stradale, come:
- Cantieristi
- Addetti alla manutenzione stradale
- Ausiliari del traffico
- Operatori di soccorso stradale
Le principali prescrizioni riguardano:
- Colori ammessi: solo giallo fluorescente per il materiale di fondo e grigio per le bande retroriflettenti.
- Posizioni e dimensioni delle bande: specifiche precise su dove devono essere applicate e di quali dimensioni minime.
- Classi di prodotto: introduce una classe aggiuntiva “0” per situazioni di rischio limitato.
- Materiali: requisiti più stringenti sui valori di rifrangenza e fluorescenza dei tessuti utilizzati.
- Durata: indicazioni sulla durata minima di utilizzo prima della sostituzione del capo.
Questa normativa regionale integra quindi la legislazione nazionale e le norme tecniche europee, adattandole alle specifiche esigenze di visibilità e sicurezza degli operatori della viabilità stradale in Lombardia.